giovedì 26 luglio 2012

Due, grazie



Mi presento al bancone con lo scontrino.
D’ora in poi, per voi, io sono Ghisola. Ho ventuno anni, studio e vivo in Puglia, fra Taranto e Lecce. Dato che fa sempre un certo effetto dirlo, vi informo che mi piace leggere, scrivere e arrabbiarmi col telegiornale; tutto il resto che potrei dire, è superfluo.

È estate, fa caldo, quindi chiedo un caffè in ghiaccio. Il barista ha registrato la mia richiesta senza interrompere il ritmo veloce delle ordinazioni che gli passano per le mani, perciò mi lascia sola a tamburellare con le dita sul marmo mentre guardo senza vederlo il flusso di gente che scorre intorno a me.
Perché ho aperto un blog? E soprattutto, adesso, di un blog, che me ne faccio? Domande a cui non riuscirò a dare una risposta nel tempo di un caffè, perciò mi arrendo semplicemente all’evidenza: sono una blogger, adesso.

Quanto zucchero? Mi chiede il barista senza voltarsi: colgo al volo che la domanda, mi scuoto dallo stato di sonno in cui sono precipitata e mi schiarisco la voce.
Di cosa scriverò? Di tutto quello che mi salterà in testa nel tempo di un caffè: che sia il tempo breve di una pausa veloce fra una lezione e l’altra, o quello lungo di una chiacchierata con un’amica, o quello infinito di un caffè a casa, in solitaria. Scriverò di un libro, di una conoscenza, di un film, di politica, di una situazione,  di tutto e di niente. Giusto per non creare equivoci.  

Due, grazie, - rispondo.
Grazie a voi che avete letto, a voi che tornerete a leggere, a voi che avete capito che non ve ne può fregare di meno dei miei bla bla bla e non ci tornerete. Basta essere onesti.